Comunità cristiane ecumeniche (XX secolo)

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Il priore Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica di Bose

Brevi accenni di storia dell’ecumenismo cristiano

L’ecumenismo è stata la grande sfida lanciata dal Concilio Vaticano Secondo. Dopo secoli di incomprensioni, persecuzioni, campagne missionarie, le chiese delle tre grandi aree cristiane (cattolici, protestanti e ortodossi) sono rimaste sostanzialmente sulle proprie posizioni: è significativo per esempio che, fino al Concilio voluto da papa Giovanni XXIII (1958-1963), la Chiesa Cattolica intendesse per ecumenismo lo sforzo di persuadere gli altri gruppi cristiani ad abbandonare le proprie convinzioni e ritornare nel suo seno.

Con queste premesse, non stupisce che i rari tentativi ecumenici nel passato, come il Concilio di Lione del 1274 o quello di Firenze del 1438-1442, siano miseramente falliti. Del resto il Codice di Diritto Canonico del 1917 (rimasto in vigore fino al 1983), a riguardo della frequentazione di ambienti religiosi non cattolici, era categorico al canone 1258, p.1: “Haud licitum est fidelibus quovis modo active assistere seu partem habere in sacris acatholicorum” (Non è permesso ai fedeli di assistere o partecipare in qualsiasi maniera a funzioni religiose non cattoliche).

Nella revisione del Codice del 1983, fortemente voluta da Giovanni XXIII ed attuata da Giovanni Paolo II (1978-2005), non si fa più menzione a questo punto, tuttavia, nel canone 908, permane il divieto assoluto per i sacerdoti cattolici di celebrare l’eucaristia assieme a membri di comunità non in totale comunione con la Chiesa cattolica. Nel giugno 1910 si tenne la Conferenza mondiale missionaria a Edimburgo (in Scozia), che segnò l’inizio dell’impegno dei protestanti verso l’ecumenismo, ma per un primo forte segnale da parte della Chiesa Cattolica, bisognerà attendere il Concilio Ecumenico Vaticano Secondo (1962-1965), anche se tuttora il cammino è lungo e tortuoso.

Per esempio il riavvicinamento con la Chiesa Anglicana (la confessione protestante ritualmente più simile alla Chiesa Cattolica) sembrava procedere positivamente, soprattutto dopo che il punto più basso nelle relazioni era stato toccato con la bolla Apostolicae Curae del 1896, emanato da Papa Leone XIII (1878-1903), nella quale veniva testualmente affermato che l’ordinazione dei sacerdoti anglicani era “assolutamente nullo e completamente illegale”, scatenando la sentita reazione degli arcivescovi di Canterbury e di York della Chiesa d’Inghilterra con il documento Saepius Officio. Va comunque precisato che la Chiesa Cattolica al riguardo non ha certo cambiato parere, tant’è nel 1998 il Cardinale Joseph Ratzinger [poi Papa Benedetto XVI (2005-)] aveva ribadito il giudizio di nullità, affermando che la bolla papale di Leone XIII era un esempio dell’infallibilità dell’insegnamento cattolico. A parte quest’episodio, l’attuale situazione dei rapporti fra cattolici e anglicani sembra ad un punto morto: è vero, infatti, che, da una parte, i rispettivi teologi hanno trovato punti in comune sul battesimo, sull’eucaristia e sul ministero di culto, ma dall’altra la decisione anglicana di ordinare donne preti e soprattutto la nomina a vescovo episcopale (la versione americana dell’anglicanesimo) del sacerdote dichiaratamente gay, Gene Robinson, nel 2003, ha raffreddato gli entusiasmi cattolici.

Più promettente sembrano i colloqui con le Chiese Ortodosse, anche se permangono da parte ortodossa la questione irrisolta del primato del papa (da loro non accettato) ed un diffuso sospetto che la Chiesa Cattolica tenti di portarsi via “pezzi” delle chiese d’Oriente: il punto dolente è stato il caso delle chiese uniate, vale a dire le cosiddette chiese cattoliche orientali, di rito e disciplina canonica ortodossa, ma che sono in unione (da qui il nome) con la Chiesa Cattolica. Nell’incontro internazionale tra cattolici e ortodossi, tenuto a Balamand (nel Libano) nel giugno 1993, si è cercato di fare chiarezza, ribadendo che “l’uniatismo non può più essere accettato né come metodo da seguire né come modello per l’unità che le nostre Chiese stanno seguendo”.

Infine, nel rapporto con i luterani, il dialogo ha prodotto nel 1999 un documento comune, denominato Dichiarazione congiunta sulla dottrina della Giustificazione. Tuttavia, la Chiesa Cattolica, al momento, non aderisce alla World Council of Churches (WCC) [Concilio mondiale – o ecumenico - delle Chiese (CEC), che riunisce 348 chiese protestanti e ortodosse], anche se suoi teologi fanno parte della Commissione Fede e Costituzione in ambito WCC.

Comunità cristiane ecumeniche

In questo contesto s’inseriscono le comunità cristiane ecumeniche, definite anche “laboratori ecumenici” spesso di origine cattolica, altre volte protestante. Senza la pretesa di essere esaustivi, si possono citare le seguenti comunità:

  1. Iona Community (GB). Comunità fondata dal barone scozzese (e ministro di culto della Chiesa di Scozia) Lord George Fielden MacLeod (1895-1991) sull’isola di Iona, centro storico del Cristianesimo celtico (da qui San Colombano partiva per evangelizzare le isole britanniche). Qui nel 1938 fu fondata la comunità di Iona, un gruppo ecumenico di presbiteriani, anglicani, luterani, quaccheri, cattolici e persone senza una precisa denominazione religiosa. La comunità comprende tre centri (due sull’isola di Iona e uno sulla vicina isola di Mull), una sede centrale a Glasgow, una casa editrice (Wild Goose Publication), 260 membri, 1600 associati e 1600 simpatizzanti, disseminati in Scozia, Inghilterra, Galles, Australia, Germania, Malesia e Stati Uniti. Sito web www.iona.org.uk/

  2. Comunità di Taizé (F). Fondata da Roger Louis Schütz-Marsauche (più familiarmente noto come Frère Roger) (1915-2005), di famiglia protestante svizzera, ma allevato in ambiente cattolico. Dopo gli studi teologici a Losanna, nel 1940 (in piena guerra), con l’intendimento di aiutare la popolazione sofferente e gli sfollati, Frére Roger acquistò una casa nel minuscolo villaggio di Taizé, a nord di Cluny. Dopo la guerra, la comunità crebbe soprattutto con l’apporto di giovani uomini protestanti, che presero i voti di semplicità, castità e di vita comune. Nel 1969, per la prima volta, entrò a far parte della comunità un cattolico belga e successivamente entrano sia cattolici sia ortodossi. I Fratelli di Taizé, comunque, non si limitano a stare nel centro, ma viaggiano per il mondo, formando gruppi nei posti più degradati del pianeta, come Calcutta, Bangladesh, Filippine, Algeria e Brasile. Dopo la tragica morte del fondatore (accoltellato da una squilibrata nel 2005), la Comunità di Taizé è oggigiorno una realtà consolidata che accoglie visitatori da tutto il mondo, in genere giovani tra i 17 ed i 30 anni. Particolare cura viene posta sugli inni religiosi, cantati a ripetizione per stimolare la meditazione e la preghiera. Sito www.taize.fr/

  3. Comunità monastica di Bose (I). Fondata dall’attuale priore, il piemontese Enzo Bianchi (n. 1943) nel 1965 a Bose, una frazione di Magnano (in provincia di Biella). Accoglie oggigiorno circa 80 persone (uomini e donne), sia cattolici che protestanti, che hanno adottato uno stile di vita cenobitico (vale a dire vivono in comunità, pregando e lavorando), secondo gli insegnamenti di San Pacomio (292-348). Negli anni sono stati aperte altre sedi ad Ostuni, Assisi e Gerusalemme, oltre ad avere una fiorente attività editrice (Edizioni Qiqajon). Sito www.monasterodibose.it/ 

  4. Istituto ecumenico di Bossey (CH). Centro internazionale per gli incontri, la formazione (vi si svolgono corsi di teologia ecumenica, teologia delle missioni ed etica sociale) ed il dialogo ecumenico, fondato nel 1946 dal WCC. Si trova nel castello di Bossey, una località svizzera vicino a Ginevra. L’istituto e i diplomi da esso rilasciati sono riconosciuti dall’Università di Ginevra. Sito www.oikoumene.org/en/activities/bossey.html

  5. Istituto di studi ecumenici “San Bernardino” (I), con sede presso il convento di S. Francesco della Vigna (a Venezia). È oggi una sezione della Facoltà di teologia della Pontificia Università Antonianum di Roma, ma la sua esperienza ecumenica nasce nel 1975 dallo Studio teologico dei frati minori S. Bernardino in Verona. Dal maggio del 1989 ha ricevuto l’approvazione della Congregazione per l'Educazione Cattolica per il biennio di Licenza in teologia, con specializzazione in studi ecumenici. Pubblica una Rivista di Studi Ecumenici ed una collana denominata Biblioteca di Studi Ecumenici. Il sito ufficiale è www.isevenezia.it/

  6. Centre Saint-Irénée (F), associazione ecumenica fondata nel 1953 dal sacerdote René Beaupère a Lione (Francia) per favorire l’apertura tra le diverse confessioni cristiane. Tra le varie attività [corsi (anche su Internet) elaborati da un comitato interconfessionale, viaggi spirituali e culturali, ecc.] è da segnalare una dedicata alle coppie miste interconfessionali (protestanti, cattolici, ortodossi), per i quali il centro fornisce un corso di preparazione al matrimonio e la possibilità di partecipazione ad in contro nazionali ed internazionali. Il centro possiede anche una ricca biblioteca e il suo sito ufficiale è www.oecumenisme.info/.

  7. Gruppo di Dombes (F). Gruppo di dialogo ecumenico fondato nel 1937 per iniziativa di due sacerdoti cattolici di Lione, Laurent Remillieux (1882-1949) e Paul Couturier (1881-1953), e di un pastore protestante di Erlenbach (vicino a Berna), Richard Baümlin. Dopo la seconda guerra mondiale (dal 1948), il Gruppo, formato da sacerdoti cattolici e pastori luterani e calvinisti (francesi e svizzeri), si riunisce ogni anno in settembre all’abbazia trappista di Dombes (da cui il nome). Dal 1998 il Gruppo si è trasferito all’Abbazia di Pradines.

  8. Abbazia di Maguzzano (I). Antica abbazia, sita nel comune di Lonato (in provincia di Brescia) ed acquistata nel 1938 dal sacerdote veronese Don Giovanni Calabria (1873-1954), che aveva da poco fondato la Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, in Verona. Vi si svolgono attività di casa di preghiera, di ecumenismo e di dialogo interreligioso. Sito www.abbaziadimaguzzano.it/

  9. Centro Ecumenico Agape (I). Centro sorto nel 1947 a Prali (in provincia di Torino), in Valle Germanasca, per iniziativa di alcuni giovani protestanti guidati dal pastore valdese Tullio Vinay (1909-1996) e sostenuti dal movimento ecumenico internazionale. Oggigiorno il centro appartiene alla Tavola valdese e consta di un gruppo di residenti fissi di circa 12 persone di fedi diverse (oltre a volontari esterni nei momenti di punta), organizzando ed ospitando incontri e convegni nazionali ed internazionali. Sito www.agapecentroecumenico.org/sito/

  10. Centro Uno (I). Il centro è nato a Roma nel 1961 per il dialogo ecumenico nell’ambito del Movimento dei Focolari, gruppo laico cattolico fondato da Chiara Lubich (1920-2008). Sono stati tenuti, fino ad ora almeno 57 incontri ecumenici con più di 10.000 partecipanti. Oltre alla presenza di cattolici, agli incontri si segnala la partecipazione di ortodossi, copti, anglicani, luterani e riformati. Sito www.focolare.org/page.php?codcat2=785&codcat1=118&lingua=IT&titolo=le%20vie%20del%20dialogo&tipo=centro%20Uno .

  11. Centro Universitario ed Ecumenico “San Martino” (I). Sorto nel centro storico di Perugia negli anni ’60 a cura di un gruppo di studenti universitari della città. Nella sede vengono tenuti aggiornamenti ecumenici, “letture bibliche”, conferenze, sessioni di studio e d’approfondimento delle religioni. Dagli anni ’70 il centro è diventato un punto di accoglienza e assistenza per la gioventù con un centinaio di posti letto per i pernottamenti e con sale di lettura e di riunione, una biblioteca, una cucina a servizio degli ospiti. Il centro stampa una propria rivista Una città per il dialogo, mentre il sito ufficiale è www.centroecumenicoperugia.org/ .